Quando siamo sotto stress, il corpo e la fisiologia sono coinvolti e lo manifestano attraverso segnali. Rilevare queste ”spie rosse” quando si accendono, è un fattore chiave riguardo a vivere una condizione di stress iniziale e facilmente gestibile; diversamente, essere inconsapevoli o trascurarli, porta più facilmente allo stress di tipo acuto, che ha bisogno di più tempo e maggiori risorse per essere risolto.
Dedicare qualche minuto di ascolto al proprio corpo e alle sensazioni, durante il giorno, è quindi un’attitudine funzionale alla prevenzione e gestione degli effetti delle situazioni che generano tensione, disagio, irritabilità, inquietudine, e che, quando perdurano nel tempo, possono portare alla sindrome da stress.
Quando l’organismo entra nell’ingranaggio delle risposte fisiologiche allo stress, il Sistema Nervoso Simpatico è stimolato a essere più attivo del necessario, inibendo i momenti naturali di passaggio al Sistema Nervoso Parasimpatico; oppure, in alcune situazioni, quest’ultimo addirittura collassa. Possibili segnali sono percepire oppressione allo sterno, sentire l’impulso a respirare in modo rapido, forzato e superficiale nella parte superiore del petto, con la sensazione che il diaframma sia contratto e che riduca la possibilità di fare respiri profondi, il tutto accompagnato da uno stato di nervosismo, oppure di astenia. Sono schemi di risposta ”primitiva” dell’organismo, modelli di protezione innati del corpo, servono alla sopravvivenza, ma diventano dannosi se permangono a lungo.
Se siamo consapevoli di quello che accade nel corpo e stiamo vivendo qualche cosa come quanto descritto, possiamo intervenire sull’organismo, rilassare, o rigenerare, e favorire così che la fisiologia possa ripristinare poco alla volta il funzionamento sano dei diversi sistemi.
Come influire sull’organismo?
In primo luogo in un modo semplice, naturale, efficace: con la respirazione consapevole e controllata.
La respirazione é una funzione autonoma, ma ha la preziosa caratteristica di potere essere anche modellata in modo volontario, modificando intenzionalmente in primo luogo la profondità delle inspirazioni e portando così una maggiore quantità di ossigeno nel flusso sanguigno. Quando questo è fatto in modo graduale e rilassato, ha impatto su tutti sistemi fisiologici, grazie all’apporto di sangue maggiormente ossigenato e gli scambi cellulari che ne derivano. Agisce inoltre sul nervo vago.
La parola latina “vagus” significa “vagare”, proprio come questo nervo serpeggiante che si estende dal tronco cerebrale fino al colon, collegandosi all’orecchio medio, alle corde vocali, al cuore, ai polmoni e all’intestino. Svolge molti ruoli, influenzando la frequenza cardiaca, i livelli d’infiammazione, la pressione sanguigna e la digestione; ha inoltre impatto anche sugli stati emotivi. E’ un “alleato” del Sistema Nervoso Parasimpatico, che ha tra i suoi compiti quello di guidare il corpo a riposare, digerire, dormire. Il nervo vago è l'autostrada degli impulsi nervosi che hanno il compito di attivare il Sistema Nervoso Parasimpatico, trasporta anche segnali tra il cervello limbico e organi come il cuore, i polmoni e lo stomaco. Grazie alla Teoria Polivagale di Stephen Porges sappiamo che questi segnali istruiscono organi specifici a rispondere e funzionare secondo tre stati: la sicurezza e la socialità, la lotta e fuga, il congelamento e immobilizzazione.
La respirazione profonda, lenta e rilassata, addominale, rallenta la frequenza cardiaca; il nervo vago riconosce in questo segnali di sicurezza e invia tali informazioni al resto del corpo.
Ci vuole anche ritmo ...
Non è solo la profondità della respirazione ad avere effetti benefici sull’organismo, ci sono anche altri aspetti.
Il primo passo è prestare attenzione al respiro, esserne consapevoli e modularlo intenzionalmente, come pratica di prevenzione e di gestione.
Il secondo passo consiste nel rallentare il ritmo dell’alternanza inspirazione/espirazione.
Lo insegnano tradizioni millenarie, come lo Yoga, e lo affermano le Neuroscienze: respirare consapevolmente riduce gli effetti dello stress e influenza beneficamente ogni parte dell’organismo; non solo, attiva regioni del cervello legate alla consapevolezza del corpo e delle emozioni, all'attenzione, alla presenza mentale.
COSA fare, se si vuole intraprendere questo modo di gestire lo stress?
- Ascoltarsi, ogni tanto disattivare il “pilota automatico”;
- Orientarsi verso un’attitudine all’attenzione e alla cura della propria salute, anche come prevenzione;
- Ogni tanto, durante la giornata, rallentare, e stare in quiete 3 minuti, 3 volte al giorno, basta poco, il corpo umano è intelligente.
- Fare respiri profondi. rilassati e lenti, ne bastano 20 per comunicare al SNS “rallenta, rilassati…”.
Stili di vita
Negli stili di vita concitati, che sono diventati normalità per la maggior parte delle persone, l’abitudine alla fretta è spesso una causa di stress. Se l’accelerazione nella maggior parte di attività quotidiane è la norma, la possibilità di cambiare passo spesso non è considerata una scelta possibile, eppure è necessaria e fattibile.
E’ importante ricordare che la vita biologica di un essere umano è governata da schemi semplici e naturali, che hanno senso e funzione. Il corpo umano e la fisiologia sono regolati anche da ritmi, sonno/veglia, attività/riposo, impegno/distensione, alternanze suggerite dal giorno e dalla notte, dalla luce solare e dalla sua assenza. Nel corpo il Sistema Nervoso Simpatico e il Sistema Nervoso Parasimpatico hanno funzioni complementari, che servono anche a rispondere ai ritmi naturali.
Lasciare che la fretta diventi abitudine, ha un riverbero anche sulla fisiologia, impatta sul Sistema Nervoso, riducendo l’alternanza SNS/SNP e mantenendo più attivo il Sistema Nervoso Simpatico. Questo ha effetti a cascata sull'organismo che attiva le risposte fisiologiche allo stress.
Prestare attenzione per alcuni minuti alla respirazione, “modellarla” usando profondità e ritmo, sono azioni basilari per imparare a gestire quello che l’organismo umano mette in atto in modo automatico, come risposta immediata. Questo semplice atto, naturale e sempre disponibile, consente di passare dallo stato di loop organico nella produzione di adrenalina e cortisolo, alla distensione e ripristino dell’equilibrio delle funzioni fisiologiche.
Condurre una vita sufficientemente serena e consapevole, inizia dal non lasciare la responsabilità del proprio ben-essere esclusivamente al mondo esterno e agli altri, perché questo comporta fare i conti con innumerevoli cose e situazioni faticose, difficili, a volte ingestibili. Iniziare invece da se stessi e dal proprio mondo interno, fatto di pensieri e stati d’animo, offre maggiori potenziali e risorse da poter usare. Il corpo, la mente, le emozioni non sono compartimenti stagni che compongono l’essere umano, al contrario comunicano costantemente tra loro, influenzandosi a vicenda da un punto di vista principalmente biochimico ed elettromagnetico. Apprendere alcune competenze e strumenti pratici per interagire con queste parti, offre a ogni individuo la possibilità di essere parte attiva e senziente nella qualità della propria esistenza, con l’altra prospettiva di poter generare un’influenza costruttiva anche a chi é vicino, nella vita privata e nel lavoro.