Quante volte al giorno ci si chiede “Come mi sento?”. Qualcuno lo fa continuamente, quasi ne fosse ossessionato e attento anche alla più piccola variazione nel corpo e qualcuno, al contrario, non resta mai in ascolto del proprio corpo.
Quando si mangia, molte persone sono molto attente al gusto di quello che mangiano, altre “ingurgitano” e basta tanto che gli si potrebbe dar da mangiare un cibo per un altro che probabilmente non si accorgerebbero.
Infine vi sarà capitato di essere sopraffatti dall’emozione della rabbia tale per cui avete perso il controllo nei confronti di qualcuno, oppure al contrario siete perfettamente in grado di percepire le vostre emozioni e di interagire con esse.
La domanda che sorge spontanea potrebbe essere: “Cosa centrano tutti questi aspetti tra di loro? “.
Negli ultimi anni i progressi nella scienza che studia il cervello, che si è dotata di sistemi altamente sofisticati e precisi, hanno permesso di individuare un’area del cervello che raccoglie tutti i segnali che giungono dal nostro corpo, portandoli ad un livello cosciente. Essa si chiama INSULA.
Quest’ultima raccoglie informazioni dai 5 sensi che si conoscono molto bene, oltre che dal sistema dell’equilibrio, dal sistema propriocettivo (che è quello che informa sullo stato del nostro sistema muscolo-scheletrico) e dal sistema interocettivo che ci dona informazioni sullo stato interno del nostro corpo che arrivano dagli organi interni, dalla pelle e dai muscoli.
L’insula si può dire che traduca un segnale in uno stato fisico (come fame, sonno, freddo, bisogno di urinare, …) o in uno stato emotivo (come rabbia, gioia, eccitazione, …).
Dopo la percezione di uno stato fisico o emotivo, segue un comportamento, un’azione che risponda all’autoregolazione.
Ecco un esempio semplice:
Il corpo sente di essere un po’ disidratato
Sensazione di sete:
> Motivazione all’azione di bere
> Azione del bere
> Il corpo ristabilisce il suo grado di idratazione idoneo
Lo sviluppo di abilità di autoregolazione come quest’ultima collegata all’idratazione corporea, è fondamentale per la sopravvivenza, tanto che senza di esse si andrebbe incontro alla morte.
Quando il bambino nasce ha ben poca consapevolezza e quindi può unicamente piangere per segnalare le sue esigenze; man mano che si cresce queste esigenze divengono via via più raffinate, tanto che si impara a collegare una sensazione interna ad un preciso stato corporeo o emotivo.
Tutto questo è interocezione e consapevolezza interocettiva.
Bisogna spendere due parole a parte a proposito dello stato emotivo: secondo Damasio (un noto neuro scienziato) le emozioni nascono da segnali interni del corpo e come tali sono NECESSARIE alla sopravvivenza, esattamente tanto quanto sono fondamentali lo stato di sete e di fame.
Dalla percezione delle emozioni si passa alla regolazione emozionale: più si ha consapevolezza di uno stato emotivo e meglio si riesce a regolarlo riportando il corpo in uno stato di equilibrio emotivo. Si pensi agli stati di ansia che perdurano, alla “ruminazione” mentale, …
Le persone con una scarsa consapevolezza interocettiva, avranno anche una ridotta regolazione emotiva e di conseguenza sarà più facilmente presente un’urgenza all’azione al fine di uscire da questo stato emotivo sgradevole.
Da queste poche righe si comprende come l’interocezione sia un’abilità complessa e fondamentale per il mantenimento dello stato di equilibrio psico-fisico del nostro corpo, che è regolata in maniera molto precisa dal cervello attraverso l’insula.
Lo sviluppo della consapevolezza interocettiva è un percorso possibile, che può estremamente arricchente e portare ad un netto miglioramento della propria qualità di vita.