Counseling per vivere una "buona vita"

15 Nov 2023

  • di Milena Screm
  • /
  • Counseling

La storia di Mario racconta di uomo intelligente e capace che ha imparato da sempre a polarizzare ciò che sente, lottando con le emozioni “negative”.

Silvia è abituata a essere sempre molto vigile, a diffidare; raramente esplora qualche cosa di nuovo, a volte i pregiudizi glielo fanno evitare.

Quando si sono incontrati, Lucia e Sergio hanno vissuto il classico "colpo di fulmine"; nell’arco di soli sei mesi la loro relazione è però stata “minata” dal fatto che entrambe non si fidavano dei propri sentimenti.

A Francesca era stato insegnato che di creatività non si vive; lei avrebbe voluto seguire un corso di studi artistico ma ha rinunciato e ha conseguito, a fatica, una laurea in economia; ha un posto di lavoro, è scontenta, le manca qualche cosa.

Mario, Silvia, Lucia e Sergio, Francesca … conosciamo tutti storie simili a queste, sono all’ordine del giorno. Forse una è la nostra, vite abbastanza realizzate, abbastanza tranquille ma con qualche cosa che non appaga pienamente il proprio essere.

Che fare allora? Rassegnarsi? Oppure?

Lo psicoterapeuta americano Carl R. Rogers, conosciuto soprattutto per essere il padre dell’approccio chiamato Counseling, è famoso anche per essere stato un essere umano con qualche cosa di speciale e per aver portato nel proprio insegnamento molte cose umanamente sane e buone.

Spesso parlava e scriveva dell’importanza di vivere una buona vita, stando immersi nel flusso della propria esistenza attimo per attimo.  

Sappiamo per esperienza quanto questo possa essere difficile, siamo immersi in un ambiente che cambia continuamente e che richiede adattamento; abbiamo necessità pratiche quotidiane da soddisfare; dobbiamo rispondere, possibilmente con efficacia, alle innumerevoli richieste che ci sono fatte nelle cerchie delle relazioni e negli ambienti di vita e lavoro. Accade perciò facilmente che ci si costruisca idee di come le cose dovrebbero essere, e noi con loro, e che cerchiamo di adeguarci a queste strutture, anziché vivere le esperienze così come sono. Una gran fatica, un impegno costante. Che raramente ripagano di soddisfazione.

L'orientamento di Carl Rogers

Nel suo lavoro C.Rogers ha definito, dimostrandosi un vero precursore, molte idee che si sono diffuse largamente decenni dopo la sua scomparsa; una di queste è l’importanza di vivere calati nel presente, quest’apparentemente semplice attitudine oggi è il fondamento della Mindfulness.

Un’altra idea all’avanguardia, messa in pratica da Rogers nel suo lavoro, fu quella dell’imparare a polarizzare meno le sensazioni e le emozioni percepite, riconoscendone la dinamicità e la naturale trasformazione. Quest’attitudine rende naturale l’essere in contatto con ciò che si sta vivendo, immersi in un processo vitale di crescita e di cambiamento. Ritroviamo molto di tutto questo nei principi dell’Intelligenza Emotiva.

Una collaborazione poco conosciuta di C.Rogers, fu quella con Eugene  T.Gendlin, psicoterapeuta americano prima allievo poi collaboratore di Rogers. Lavorarono insieme per sei anni; in quel periodo Gendlin mise a fuoco le basi di quello che sarebbe poi diventato il suo metodo di lavoro, il focusing, basato sull’educazione all’ascolto del corpo e dei segnali di sensazione che esprimono i vissuti interiori prima ancora del pensiero.

Circa negli stessi anni, i rivoluzionari anni ’60, Alexander Lowen, padre della Bionergetica, affermò: “Poiché il corpo è la base di tutte le funzioni di realtà, qualsiasi accrescimento nel contatto di una persona con il suo corpo, produrrà un miglioramento significativo nell’immagine di sé, nella qualità del pensare e sentire, nelle relazioni interpersonali e nella gioia di vivere."

In conclusione.

Abbiamo questi elementi che formano una struttura portante: qui e ora/presente, non polarizzazione/riduzione del giudizio sul percepito, attenzione e accoglienza del sentire tramite il contatto con il proprio corpo, il radicamento nel corpo elemento di realtà (“La mente mente, il corpo è sincero”). Oltre a tutto questo, Rogers ha anche valorizzato il potere dell’Ascolto profondo, dell’Empatia e dell’attitudine di Accoglienza nelle relazioni, come aspetti che favoriscono il naturale processo attualizzante dell’individuo, una maturazione  armonica che porta alla persona al vivere una “buona vita”  e a essere “completamente funzionante”.

Per lo psicoterapeuta americano tutto questo non è uno stato ideale, né qualche cosa dovuto alla fortuna; si tratta piuttosto di un processo, di un modo di affrontare se stessi e l’esistenza, fluendo continuamente con essa ma con un “centro” ben radicato. Il risultato progressivo di un lavoro su se stessi, di un'auto-educazione

Le cinque caratteristiche della persona "completamente funzionante" secondo C.Rogers

Rogers ha identificato cinque caratteristiche della persona “completamente funzionante”:

  • E’ una persona che tende a essere naturalmente aperta alle esperienze, in grado di accogliere sensazioni ed emozioni diverse e propensa a elaborare quelle sgradevoli, non a rifiutarle;
  • Tende a essere in contatto con le diverse esperienze della vita, non è esente in assoluto da timori o pregiudizi ma ci riflette, li elabora; s’impegna a vivere il momento presente, anziché crogiolarsi troppo nel passato o evadere nel futuro;
  • E’ in contatto con il proprio mondo del sentire, lo verifica e ne ha fiducia;
  • Esprime la propria creatività in come vive, non necessariamente, o non solo, attraverso l’arte; è disposto a correre dei rischi sensati per questo, anche agendo in modo non convenzionale o non condiviso da tutti;
  • E’ una persona curiosa, desidera esplorare la vita, ama la ricerca e imparare; tutto questo lo fa sentire soddisfatto e felice della vita che vive.

Carl Roges è mancato quarant’anni fa, queste sue considerazioni risalgono a oltre vent’anni prima della sua scomparsa. E' stato un precursore anche di un altro argomento oggi attuale, l’importanza della funzione della mindset di crescita per l’auto realizzazione dell’essere umano.

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