Ovvero la sorpresa, e la ricchezza, di poter contare su risorse supplementari e non previste.
INDICE:
- Un esempio
- Serve un tavolo
- Tre competenze chiave
- Benefici
- In conclusione
Alzi la mano chi direbbe “No” alla possibilità di avere un “tesoretto” a disposizione.
Dà sollievo avere risorse supplementari e non previste, fa comodo quando si tratta di una riserva economica, così come quando riguarda il ben-essere personale.
Un esempio
Tempo di rientro in ufficio, dopo le meritate vacanze: tutto é com’è stato lasciato, al punto in cui era rimasto; è necessario riprendere, ricostruire, ricollegare per proseguire e avanzare. Serve quindi una dose extra, a volte piccole e altre meno, d’impegno.
Qualcuno è andato in vacanza molto prima, qualcun altro non ancora: c’è chi ha già perso i benefici delle ferie e chi stringe i denti e tira avanti per conquistarseli. Intanto, per tutti: obiettivi da raggiungere, progetti da portare avanti, attività di routine da rispettare, difficoltà e pressioni da gestire. Clima che permea spazi, comunicazioni e relazioni.
Poi, per tutti, c’è anche la vita privata e il mondo, entrambi con dinamiche, situazioni ed eventi che ogni giorno influenzano i pensieri e le emozioni, a volte in modo positivo, altre meno. Insomma, tornare al lavoro, a scuola o alla routine quotidiana non è semplice né automatico; naturale quindi avvertire qualche segnale di post-holidays blues, la sindrome che a volte si manifesta a fine ferie. Oppure, più semplicemente, è possibile che i benefici delle vacanze possano dissolversi rapidamente.
Quindi aspettare mesi, o un altro anno, per poter "ricaricare le batterie"?
In alternativa: cos'è possibile fare per proteggere, nella routine giornaliera, la preziosa riserva di riposo e di benessere psico-fisico ottenuto la pausa estiva?
Una possibilità è seguire buoni consigli, sull'alimentazione, il riposo, l'attività fisica; tutti utili e sensati se diventano abitudini radicate.
Un'ulteriore strada da seguire, é quella di fare alcune scelte consapevoli, perché la “vita perfetta”, priva d’imprevisti e di qualche difficoltà, fatta solo di situazioni ideali e piacevoli, non è contemplata dal principio di realtà. Cosi come non sono evitabili in assoluto le situazioni stressanti.
Questa è la parte più difficile da accettare, ma per fortuna ci sono anche buone notizie. Le parole chiave sono prevenire e gestire, non solo le situazioni esterne, soprattutto quelle che riguardano se stessi, è lì il maggior potenziale; oltre alle risorse interiori, ci sono anche competenze che fanno la differenza e che vale la pena d’imparare, anche perché, come affermava Jiddu Krishnamurti, filosofo indiano,
"Non c’è una fine all’imparare. Tutta la vita, dal momento in cui nasci al momento in cui muori, è un processo di apprendimento."
Serve un tavolo
La Vita di ogni essere umano può essere vista metaforicamente come un tavolo le cui gambe sono gli affetti, il lavoro, la salute, gli interessi personali. Se manca del tutto una gamba, oppure se una s’incrina, viene a mancare la stabilità e iniziano le preoccupazioni. Per quanto si sia dotati, capaci, “forti”, può accadere davvero a chiunque di vivere un periodo di questo tipo, è parte naturale della Vita e quando arriva, non si può evitare. Certo, si può aspettare che passi, che il tempo faccia il suo corso, che arrivi qualche fattore positivo a risolvere. A volte queste strategie funzionano, non sempre; di frequente le cose non cambiano, il disagio aumenta e, magari anche un’altra “gamba” inizia a dare segnali preoccupanti.
Alcune fasi critiche dell’esistenza non possano essere evitate, è invece possibile attrezzarsi per affrontarle con attitudini e strumenti che ne abbreviano la durata e ne riducono l’impatto negativo; sono le stesse risorse che consentono anche non solo di mantenere più a lungo il benessere originato dalle vacanze, anche di gestire durante tutto il resto dell’anno le proprie energie fisiche, emotive e mentali, con meno sprechi e più riserve a disposizione. Al “tesoretto” bisogna dedicarsi un po’, non si accumula da solo.
Tre competenze chiave
E’ necessario imparare qualche nuova competenza, arricchire il proprio kit di attitudini e di strumenti che danno una marcia in più. Secondo le ricerche effettuate negli ultimi decenni da svariate università, soprattutto americane, nel campo delle Neuroscienze, sono state individuate a questo scopo alcune aree, da potenziare attraverso la conoscenza teorica e la pratica:
- L’auto-Ascolto, porgere “orecchio” non solo ai pensieri, anche alle sensazioni; é osservazione, non analisi;
- L’auto-Consapevolezza, chi si è e di che cosa si vuole;
- L’auto-Regolazione, cambiare ritmo quando serve.
Il primo punto crea le fondamenta sulle quali può ergersi una personalità salda e, al tempo stesso, come attitudine apre la strada al punto due, “io sono”; la somma di uno più due genera tre, la capacità di sapersi regolare in modo funzionale ed efficace a seconda del momento/situazione/stato personale.
Come si sviluppa capacità di auto-ascolto?
Oggi le Scienze Umane e le Neuroscienze sono concordi nell’identificare la centralità del corpo: una meravigliosa e complessa “macchina” che, come quelle meccaniche, segnala cosa manca, cosa serve, cosa eccede, basta sentire.
Invia messaggi sotto forma di sensazioni, a volte, e di sintomi in altri casi, “spie” che si accendono per richiamare l’attenzione dell’intelligenza che vive in quel corpo.
Nessun ascolto? Prima una gamba del tavolo s’incrina poi, a lungo andare, si spezza e, a quel punto, il processo inverso è più lungo e più complesso; prevenire non è solo un modo per evitare guai, è anche un’attitudine di protezione e cura.
Attenzione: per potenziare la prima competenza non é necessario ritirarsi dal mondo in modo ascetico e dedicare tutto il proprio tempo a quello che i mistici del XIV secolo chiamavano “onfaloscopia”, l’osservazione del proprio ombelico.
L’attitudine all’ascolto di se è una competenza che può essere sviluppata da chiunque, qualunque sia il suo stile di vita; è uno spazio/tempo dedicato per qualche minuto, durante la giornata, a questa parte della vita interiore. E’ fatta sia della disponibilità a porgersi orecchio, sia dell’averne compreso i benefici e i vantaggi che ne derivano per la salute a 360° e per lo stile di vita; tutto questa porta naturalmente alla formazione e alla conservazione del proprio “tesoretto” di ben-essere.
Benefici
E ancora: come sviluppare in modo pratico capacità di auto-ascolto?
Da millenni lo affermano molte filosofie Orientali, da quasi cinque decenni sono in completo accordo le scienze Occidentali: c’è un solo strumento pratico che favorisce, e che al tempo stesso allena, la capacità di auto ascolto, è qualche cosa di semplice, naturale e “portatile”, la respirazione fatta in modo consapevole, intenzionale.
I benefici che si generano a praticare le tecniche respiratorie sono molti e toccano la protezione della salute fisica, la gestione delle emozioni e dell’attività di pensiero. Due righe sono sufficienti a sintetizzarne il potenziale, ma quello che è necessario imparare è, ovviamente, molto di più; allo stesso modo è anche necessario fare, nella pratica, dei passaggi graduali e allenarsi. Nulla di ginnico, faticoso e impegnativo, al contrario: pochi minuti per volta, in relax e in piacevolezza; si tratta di prendere confidenza, all’inizio, con il mondo degli scambi vitali tra il mondo fisiologico e l’ambiente, poi di esplorare quest’alternanza e l’ampia gamma delle sue potenzialità.
Lavorare con la respirazione non significa solo portare una maggiore quantità di ossigeno al sistema circolatorio e, da lì, agli altri sistemi dell’organismo, c’è molto altro e molto di più nella ricchezza del corpo. Modulare intenzionalmente il respiro, per esempio, aiuta a moderare la comunicazione tra il Sistema Nervoso Simpatico (la parte del sistema nervoso autonomo che stimola la risposta di lotta o fuga) e il Sistema Nervoso Parasimpatico (che ha funzioni complementari a quelle del Simpatico), con effetti a cascata sulla biochimica organica; le ricerche del dottor Stephen Porges, professore alla University of North Carolina at Chapel Hill e direttore dell'Istituto di Ricerche sullo Stress della University of Illinois, sono all’avanguardia su questo tema.
La respirazione consapevole, effettuata con modalità tecniche precise, impatta anche su un altro aspetto anatomico: il funzionamento del nervo vago.
Il nervo vago è come l'autostrada delle informazioni per il Sistema Nervoso Parasimpatico; trasporta segnali tra il centro emotivo del cervello e organi come il cuore, i polmoni e lo stomaco; il cervello legge e regola il corpo, stimolato dalle situazioni, dalle relazioni e dalla comunicazione, attraverso questo nervo. Respirare profondamente e lentamente, in modo rilassato, impatta sul nervo vago, oltre che sul sistema nervoso; questo ha effetti a cascata sull’attività cardiaca e su altre parti dell’organismo.
In conclusione:
Durante le vacanze i sistemi dell’organismo, oltre alla psiche, hanno potuto riposare e rigenerarsi con un impatto benefico sull’umore e l’attività di pensiero.
Riprendendo le routine quotidiane vita e lavoro, cambiano i ritmi, l’impegno e l’affaticamento, si fanno i conti con gli impegni e il tempo, con impatto sul “tesoretto”, oltre che sull’umore e l’attività mentale.
Una scelta è stringere i denti e tirare avanti fino alla prossima vacanza; un’altra scelta è arricchire le proprie competenze nel campo di ciò che è utile per generare ben-essere personale, oltre che proteggere il proprio “tesoretto”.
Sviluppare, poco per volta, un’attitudine di attenzione/ascolto a se stessi e di consapevolezza personale è funzionale a questo progetto, parola di Neuroscienziati e di chi scrive, quarant'anni di esperienza professionale riguardo a queste materie.
La Respirazione Consapevole è una competenza pratica di fondamentale importanza. Le tecniche respiratorie sono molte, importante scegliere quella più adatta all proprie esigenze; muovere il primo passo, iniziare, é un investimento produttivo.