Di Antonio Sammartino

Le persone costruiscono un proprio copione di gestione delle relazioni, sulla base delle proprie esperienze e lo usano come modello per gestire la realtà. Questo modello viene replicato in tutte le relazioni equivalenti in cui sono coinvolte.

I copioni sono inconsci, inconsapevoli; sono memorizzati nella memoria procedurale, si apprendono con l’esperienza, si consolidano con la ripetizione, confermano i ruoli che la persona è abituata ad impersonare e contribuiscono a dare un senso alla realtà, a renderla prevedibile, finalizzando il comportamento alla soddisfazione dei bisogni e a difenderla dall’ignoto e dalle situazioni frustranti.

Sono scelti in quanto sono quelli desiderati, semplificano e ritualizzano pensieri-emozioni-comportamenti e si sono dimostrati efficaci in diverse situazioni, ma diventano disfunzionali quando la persona si dimostra incapace di cambiare i comportamenti che in una relazione si sono rivelati problematici. Il copione è un piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli eventi successivi e che culmina in una scelta decisiva.


Nessun copione è sbagliato in sé, è il suo rigido ripetersi che lo rende disfunzionale. Infatti, all’inizio i diversi copioni funzionano bene, ma diventano fallimentari quando vengono reiterati. Cercare di annullare qualcosa che si è appreso negli anni può produrre l’effetto opposto, cioè renderlo più incisivo e potrebbe destabilizzare l’identità della persona, depersonalizzandola in modo disfunzionale. Inoltre, saltare all’opposto non significa eliminare il copione, ma ribellarsi ad esso e come tutte le ribellioni rafforzano ciò che si desidera distruggere.

Quindi è opportuno evitare una totale trasformazione della capacità di gestire le proprie tendenze, modulandole in modo da renderle più funzionali, flessibili e adattabili, in quanto le azioni e le reazioni, in una relazione sentimentale, sono dominate dalle emozioni e non dalle cognizioni. In altri termini occorre promuovere reazioni viscerali e involontarie mediante immagini in grado di produrre l’enfatizzazione o l’avversione delle sensazioni nei confronti di un fenomeno, in modo da modulare le proprie tendenze nelle relazioni con il partner.


La persona che si appiattisce su un copione relazionale che maggiormente l’ha premiata, ne diviene gradualmente prigioniera, per cui diventa fondamentale per evitare il ripetersi delle delusioni (a causa della rigidità acquisita dal proprio copione) impegnarsi ad aggiungere alla sua personalità modalità relazionali diverse, al fine di rendere più flessibile il suo modo di essere. In altri termini occorre aggiungere a ciò che viene spontaneo, un qualcosa di deliberato che non sopprima, ma semplicemente sottrae gli aspetti disfunzionali.

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